Marano alla ricerca di una identità economica, individuazione dei progetti da finanziare con risorse extracomunali: “Parco Naturale Archeologico del Bosco della Salandra”
Resti di una villa di epoca romana nel bosco della Salandra |
L’Eremo rupestre di Pietraspaccata, Fuoragnano
di Sopra e Fuoragnano di Sotto, due antiche masserie di particolare pregio,
reperti di epoca romana, grotta dei Briganti, bosco della Salandra: il
territorio comunale dispone di risorse naturali e archeologiche importanti che
possono e devono essere valorizzate
“Ma uno a Marano che ci viene a fare?” E’
la domanda che dovrebbero porsi tutti coloro che amministrano o sono
intenzionati ad amministrare la città nei prossimi
anni. Diventa, dunque, prioritario andare alla ricerca di una identità
economica per creare quelle condizioni necessarie ad attirare (la cosiddetta
vocazione) cittadini da ogni parte della Regione e, perché no, da tutta Italia,
per una crescita sociale ed economica della città. Come? A nostro avviso,
lanciando un progetto duraturo che possa creare le condizioni di sviluppo, nel
caso specifico la rivalutazione del patrimonio storico-culturale e
paesaggistico per fare in modo che assurga ad attrattore turistico.
“Bisogna creare - come ha scritto recentemente sulle pagine del nostro blog
l’architetto Antonio Guarino - un
processo economico che rimetta in una visione di sostenibilità e/o di economia
circolare tutte le nostre risorse territoriali: agricoltura residuale, bosco di
castagno ceduo. artigianato antico e nuovo, attività commerciali ecc. ecc.”.
Concetti che evidenziava già negli anni ’90,
nelle sue lucidi analisi, Maria De Biase
(la preside green che ha portato la rivoluzione dell’ambiente in alcune scuole del
Cilento) attraverso diversi articoli che inviava
periodicamente al giornale “L’attesa” ( “Marano snaturata”, “Marano,
l’identità negata”, “Un Piano regolatore
che legalizza l’abuso”, per citarne qualcuno).
Al progetto “Parco Urbano” sul versante maranese della
collina dei Camaldoli, che avrebbe abbracciato la zona di
Fuoragnano-Pietraspaccata, ci stavano lavorando
nel 1998 le commissioni “Assetto del Territorio” e
“Cultura e Ambiente” dell’epoca. Un grande polmone di verde che avrebbe dato la
giusta dignità a uno dei luoghi più suggestivi del patrimonio ambientale della
città. Ma il progetto si arenò strada facendo.
Per oltre 20 anni, di questo argomento non se ne è più parlato. E’ tornato
al centro del dibattito pubblico, seppur fugacemente, a febbraio 2019, quando il
gruppo “l’Altra Marano”, in quel periodo composto
dall’ex sindaco Bertini, oggi agli arresti domiciliari, e da Stefania Fanelli poi
fuoriuscita dal gruppo, con una
mozione di indirizzo in Consiglio sul Progetto “Parco Naturale
Archeologico del Bosco della Salandra”, da finanziare con i fondi Pics, ma la
proposta venne bocciata. Insomma, le occasioni per parlare di sviluppo si sono
avute, ma non sono state recepite da una classe politico-dirigenziale di
mediocri, da amministratori che hanno pensato a tutt’altre cose, fuorché concentrarsi
su progetti di sviluppo territoriale che avrebbero garantito un ritorno di
immagine ed economico alla città. Serviva, dunque, un vero ricambio
generazionale che non c’è mai stato. La città, da settembre 1991 al 2016, ha
subito 6 commissariamenti, di cui tre per infiltrazioni camorristiche e agli inizi di ottobre al Comune si è insediata
una Commissione d’accesso, un pool di tecnici inviati dalla Prefettura alla
ricerca di una correlazione tra l’attività della camorra e la vita
amministrativa. Se dovesse essere sciolto di nuovo il Consiglio comunale, il
discorso della ricerca di una identità per Marano verrà rimandato al 2023,
poiché i Commissari straordinari, generalmente, si limitano a gestire l’ordinario.