Politici e
amministratori, sia di Marano che di Calvizzano, pur avendo letto i nostri
numerosi articoli, hanno sempre ignorato la seria problematica ambientale. Da
luglio 2019, invece, qualcosa è cambiato. Per quale motivo? La vicenda è stata
ben descritta dal giornalista del quotidiano "Roma", Domenico
Vigliotti. Il 22 giugno 2019, a seguito di una denuncia degli uffici
tecnici di Qualiano, i carabinieri della locale Stazione, ai comandi del
maresciallo maggiore Pasquale Bilancio e coordinati dal capitano Andrea
Coratza, comandante della Compagnia di Giugliano, diedero il via a una serie di
controlli agli scarichi dell’Alveo Camaldoli, in quanto a Qualiano, nei pressi
Ponte Surriente, da qualche tempo veniva avvertita una penetrante puzza di
fogna. I carabinieri risalirono all’alveo e, avvalendosi anche della
collaborazione del Nucleo Subaqueo di Napoli, verificarono che vi era un
ruscellamento che li portò sino a Marano. Lì, con la collaborazione del
sovraordinato con delega all’Ambiente, Angelo Covino, il dirigente dell’Ufficio
tecnico di Marano, ing. Pasquale Di Pace, e la comandante della Polizia
municipale, Brigida Costa, districandosi tra la vegetazione e il fango, presero
il via le verifiche maranesi, protrattesi per alcuni giorni. Nel tratto Marano
e Quarto fu accertata la presenza di numerosi rifiuti nell’alveo; da via
Platone e attraversando l’area Pip, invece furono trovati rifiuti grossolani,
compresa la carcassa di un motorino, che erano la principale causa di
ostruzione del canale. Tuttavia questi, sfortunatamente, hanno rappresentato
solo l’inizio di una serie di illeciti ambientali perpetrati a Marano. Il 27
giugno, infatti, in zona “Fossa del Carmine”, a valle dell’area Pip, fu trovato
un ruscellamento non connesso con il collettore di via Platone, il che portò i
tecnici e il personale comunale maranese a supporre vi fosse uno sversamento
tra Marano e Calvizzano. Da un controllo successivo, all’incrocio dell’alveo
tra via Adda di Marano e via Benedetto Croce di Calvizzano, son stati trovati
due cancelli abusivi che sbarrano la strada e, dietro di essi, la presenza di
questi rifiuti interrati. Il 2 luglio, infine, in seguito ad un altro
sopralluogo, è emerso il concreto sospetto di sversamenti provenienti dagli
edifici di via Corree di Sotto.
La
relazione tecnica dalla quale è scaturita la prima ordinanza sindacale
E’
del 19 luglio 2019 e reca la firma del dirigente dell’ufficio tecnico, ing.
Pasquale Di Pace. Il giorno precedente erano state effettuate delle verifiche
presso uno stabile sito in via Corree di Sotto 107. “Dopo aver visionato il
pozzetto di ispezione e aver immesso un particolare colorante nei pozzetti
interni ai cortili confluenti verso l’uscita, è stata accertata l’uscita sul
pozzetto stradale che si dirige in direzione della strada
sottostante e all’Alveo”. La prova evidente, dunque, che le acque reflue
domestiche non si immettono in nessun collettore fognario.