Mugnano, ancora in alto mare la realizzazione del museo archeologico nei saloni della media Illuminato
L'archeologo Davide Fabris accanto a una delle tombe rinvenute a Contrada Paparelle (marzo 1998) |
E’ da oltre vent’anni che si parla di
realizzare un museo Ipogeo nell’Istituto Illuminato-Cirino, in contrada
Paparelle (nei pressi della stazione dei Carabinieri), dove fu rinvenuta una
necropoli sannita, e a chi affidarne la gestione. Idee che hanno invece sempre
avute ben chiare Federico Vastarella, presidente dell’associazione studi
meridionali “N’Azione Napoletana” che, da anni, lotta per vedere la
realizzazione dell’opera, e Davide Fabris, archeologo e giornalista storico. Fabris,
nel 1998, da presidente dell’allora Archeoclub difese i resti del
villaggio, ascrivibile alla civiltà osco-sannita, risalenti al IV-III secolo
A.C., unico nel suo genere, e una vasta necropoli, composta da settanta tombe,
che, altrimenti, sarebbero andate distrutte nella realizzazione dell’edificio
scolastico.
Il 25 maggio 2018,
infatti, “N’Azione Napoletana” reiterò al Comune la domanda di
affidamento della gestione e direzione del museo Ipogeo, già presentata alle
amministrazioni Palumbo e Porcelli (ex sindaci di Mugnano).
Adesso un po’ di cronistoria per capire
meglio come stanno le cose.
Le vestigia
archeologiche furono rinvenute già prima che l’area fosse oggetto
dei lavori di realizzazione della scuola.
“A parlarmi dei primi ritrovamenti –
chiarisce Fabris - furono alcuni tombaroli che avevano
scavato negli anni Cinquanta”.
Nonostante la scoperta, però, la
Soprintendenza ai Beni archeologici di Napoli non ritenne il sito di interesse
particolare così, di fatto, da autorizzare la distruzione. Nacque, dunque, una
lunga ed aspra querelle tra Soprindentenza e Archeoclub.
“Non potevamo assolutamente
permetterlo – aggiunge Fabris –: eravamo davanti a un
villaggio simbolo di una grande civiltà, unico esempio in Campania. Per questo,
nel 1999, presentammo una serie di denunce alla Comunità Europea, alla Procura
della Repubblica di Napoli, nonché due interpellanze, una alla Camera dei
Deputati e l’altra al Senato. Alla fine la Soprintendenza rimise la decisione
alla giunta comunale che accettò la mia proposta di inglobare i resti
archeologici nel piano cantinato dell’edificio, creando così una scuola
antiquarium divenuta, su idea dell’Archeoclub, il museo Ipogeo, progettato
dall’architetto Giulia Morrica della facoltà di Architettura Università di
Napoli”.
Così sono anni che la scuola Illuminato-Cirino
custodisce il museo-ipogeo, ma l’obiettivo dell’associazione N’Azione
Napoletana è sempre stato quello di vederne l’ultimazione e l’apertura al
pubblico, di far rivivere l’antico villaggio e la necropoli e di riuscire a riportare
a casa i reperti che si trovano abbandonati nel museo archeologico di Napoli,
tra cui anche quelli protostorici dell’età del bronzo rinvenuti nel 2008 nel
parcheggio pubblico di via Montale, ubicato nei pressi della scuola Siani.
“Da allora – afferma
Federico Vastarella – sono state diffuse diverse iniziative didattiche,
finalizzate in questi ultimi anni a promuovere il museo di nostra ideazione. Da
tutto questo nasce la richiesta di affidamento della gestione della struttura,
in collaborazione con l’associazione Alice di Mugnano, e la proposta di
affidarne la direzione al dottor Fabris, in quanto scopritore delle vestigia di
epoca preromana, nonché esperto nelle tematiche storiche ed archeologiche del
comprensorio Napoli Nord”.
I due professionisti preannunciano una
serie di iniziative, qualora dovessero avere in gestione il museo Ipogeo tra le
quali il progetto “Oskoi” che prevede la creazione di una biblioteca di Storia
Patria a Mugnano che conterrà 10mila tra documenti, fotografie e cartografie locali,
molte delle quali inedite, donate da Fabris, e un museo della civiltà
contadina.
“Auspichiamo – conclude
Vastarella – che la prossima amministrazione possa ultimare in breve
tempo la struttura e concederci la gestione che aprirebbe un importante
capitolo per una Mugnano ricca di storia da riscoprire”.