Da tempo “calvizzanoweb” evidenzia il deficit culturale
della classe politico-amministrativa, sopperito in parte dalle istituzioni scolastiche.
Siamo comunque riusciti a reperire
l’atto di battesimo dello scienziato, grazie alla disponibilità del parroco don Ciro
A Domenico Biondi,
oltre venticinque anni fa, gli fu dedicata una stradina di viale della
Resistenza (a fianco il ristorante Salvatore) che non rende affatto merito al
suo valore di grande medico e scienziato. In questi anni, a nessuno è mai
venuto in mente l’idea di organizzare un simposio per ricordare la sua figura,
come di altri grandi figli dimenticati di questa città: il canonico e storico don Giacomo Di Maria, il cavaliere Umberto Castaldi, l’inventore dei
biscotti calvizzanesi e primo imprenditore di caratura nazionale, tanto per
fare dei nomi. Ma si sa che a Calvizzano ormai la cultura è una sorta di
participio passato, qualcosa che c’è stata e che oggi non c’è più. Eppure
questo territorio, in passato, ha prodotto poeti, scrittori, che hanno tramandato alle nuove
generazioni storia e aneddoti della città. Basta ricordare Galiero, Di Maria,
Di Maro, Barleri: oggi si sente la loro mancanza, perché si è creato un vuoto
culturale, sopperito in parte dalla scuola, grazie al dinamismo della dirigente
scolastica, Armida Scarpa, che è riuscita a creare un Polo culturale nella
biblioteca della Diaz, dove si discute di libri e argomenti di attualità.
Torniamo a Biondi. Nacque a Calvizzano l'11
dicembre 1855: grazie alla nostra curiosità e alla disponibilità di don Ciro
siamo riusciti a recuperare l’atto di battesimo, firmato dal parroco
dell’epoca, don Raffaele Marciano. Frequentò
la facoltà di medicina e chirurgia presso l’Università di Napoli, laureandosi
nel 1880. “L'interesse – come è scritto Wikipedia, la nostra fonte - che, già
da studente, aveva manifestato per l'anatomia patologica e per l’istologia, lo trattenne
nell'ambiente universitario anche dopo la laurea: assistente del prof. D'Antona
e del prof. Gallozzi sino al 1882. Nel 1883 divenne
preparatore dell'istituto di anatomia patologica della università di Napoli,
diretto da Otto von Schrön. Vinto un concorso di perfezionamento all'estero,
nel 1884 si recò a Vienna e
successivamente a Lipsia, Berlino e Pietroburgo, dedicandosi a studi di chirurgia, di embriologia, di batteriologia,
ma soprattutto di anatomia e di istologia. Si perfezionò a tal punto in queste due ultime
discipline che, dalla fine del 1886 al 1888, insegnò ufficialmente istologia
normale presso l'istituto fisiologico di Breslavia,
diretto da R. P. H. Heidenhain. Risale a questo periodo la messa a punto dal
parte di Biondi di una tecnica di colorazione istologica, che rientra tra le
metodiche pancromatiche, basata sull'impiego del cosiddetto "reattivo del
Biondi" (costituito da una miscela di verde di metile, di orange G e di
fucsina acida) che è in grado di dare una doppia colorazione simultanea, in
quanto i radicali acidi e basici dei
substrati vengono evidenziati rispettivamente dal verde di metile e dalla fucsina: tale metodo può avere ancor oggi un certo valore
cito-chimico per la sua proprietà, esercitata specialmente su cellule isolate,
di differenziare i diversi componenti cellulari.
Tornato in
Italia divenne aiuto di Loreta e Novaro nella clinica chirurgica di Bologna,
ove nel 1890 conseguì per titoli la docenza in patologia chirurgica. Incaricato
dell'insegnamento di patologia chirurgica e medicina operatoria presso l'università
di Bologna dal 1889, nel 1891 ottenne l'incarico della cattedra di
clinica chirurgica a Cagliari; nel 1892 ne divenne, per concorso, titolare. Infine,
nel 1899 ottenne il trasferimento alla cattedra di clinica chirurgica dell'università
di Siena. Autore di novantasei pubblicazioni
scientifiche, in ambito chirurgico studiò le malformazioni del palato e della faccia, propose la cura della tubercolosi dell'epidimo con
iniezioni endodeferenziali di sostanze iodate, ideò un metodo di esclusione pilorica mediante la rimozione di un anello di mucosa gastro-pilorica.
Morì a Siena il
27 aprile del 1914.
Diverse persone anziane da noi interpellate non hanno
saputo dirci la zona di Calvizzano dove precisamente è nato il Biondi e
dove ha vissuto la sua giovinezza. Se qualcuno può darci una mano gli saremo
grato.
Nell’anno 1855 nel mese di dicembre il giorno 11 è
stato battezzato Domenico Biondi figlio di Luigi Biondi e Vincenza Castaldi
legittimi coniugi. Dal parroco don Raffaele Marciano.
Ringraziamo il prof. Luigi Trinchillo al quale ci
siamo rivolti per la traduzione. Ma sorge un dubbio: Biondi fu battezzato lo stesso
giorno della nascita? Può darsi che sia stato commesso un errore di
trascrizione nel registro dei battesimi, poiché accanto al nome del parroco
dell’epoca compare la data 1856, probabilmente l’anno in cui sia stato
battezzato il grande scienziato, figlio di questa terra.