Annullata la delibera commissariale sulle tariffe idriche 2013

Avevamo visto giusto

Revocata la delibera del Commissario straordinario Ornella Vosa, relativa all’approvazione delle tariffe idriche 2013. Stando alle motivazioni scritte nel nuovo atto giuntale, tali tariffe non potevano essere aumentate per un duplice motivo: perché all’epoca non era stato ancora abolito il minimo consumo impegnato e perché entro il 31 marzo 2013 non furono trasmessi all’AEEG (Autorità dell’ energia elettrica, gas e sistema idrico) gli atti relativi al calcolo della tariffa predisposta secondo il nuovo sistema. Cerchiamo di capire. Durante la gestione commissariale, il responsabile del servizio acquedotto, Francesco Paolone, nell’ottica di introitare al cento per cento i costi (acquisto acqua, pagamento Idro-Tech, eccetera) calcolò una tariffa pari a 0,90 euro al metro cubo per consumi entro i limiti del minimo impegnato (variabile a seconda dei componenti del nucleo familiare) e l’eccedenza a 1,80 euro al metro cubo. Agli inizi di giugno, però, subentrò l’amministrazione Salatiello che decise (probabilmente dietro consiglio di qualche esperto) di far arrivare nelle case dei contribuenti le bollette con la stessa tariffa 2012, vale a dire 0,50 euro a metro cubo per consumi entro i limiti del minimo impegnato e 1,62 euro l’eccedenza. Scrivemmo che tale scelta politico-amministrativa, a nostro avviso, imponeva due passaggi fondamentali: l’annullamento in autotutela della delibera commissariale (la numero 22 del 20 maggio 2013) e l’inserimento in bilancio della somma introitata con tariffa a 0,50 euro al metro cubo (683mila774 euro) al posto dei 932mila587 euro preventivati con una tariffa pari a 0,90 euro a metro cubo. 
Non fummo, però, ascoltati. Oggi, a distanza di circa due anni, apprendiamo che avevamo visto giusto. Fermiamoci qui, anche perché sulla questione acqua potrebbero esserci risvolti politico- amministrativi, gestionali, contabili e sociali non trascurabili. Intanto, i costi riconosciuti per l’anno 2015 (pari a 881mila250euro) sono coperti al 75% dalla nuova metodologia tariffaria, basata sul  consumo reale e non più sul minimo garantito. L’altro 25% (pari a circa 224mila euro) da dove sarà attinto?   



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