Dedichiamo una strada al compianto cavaliere Giuseppe Agliata

E’ la nostra proposta all’istituenda commissione toponomastica. Agliata  fu un precursore della trasparenza amministrativa e autentico paladino della legalità. Nel 2004 sfiorò l’elezione a parlamentare europeo per una manciata di voti



Il cavaliere Giuseppe Vittorio Agliata morì nel 2009, all’età di 68 anni, stroncato dal male del secolo. Era un esponente di spicco della politica locale. Nel 2004, aveva anche tentato la scalata al Parlamento europeo che sfiorò per una manciata di voti.  Che fosse una persona integerrima lo sapevano tutti coloro che l’hanno conosciuto e stimato: amava il sociale e la politica, intesa come pura ricerca del benessere altrui. I suoi avversari politici lo temevano, poiché era preparato e sempre pronto a denunciare il malaffare in tutte le sue sfaccettature, ma lo rispettavano.  Era funzionario presso l’INPS di Giugliano; nell’83 fu nominato cavaliere dal presidente della Repubblica dell’epoca, Francesco Cossiga, per il suo alto impegno sociale. Fondò la prima Pro Loco a Calvizzano e ne divenne presidente. Non si offendeva quando lo chiamavano fascista, anzi si sentiva onorato e orgoglioso. Nel 2008, in occasione della sua candidatura alle amministrative nella lista Pirozzi, il cavaliere ci concesse un’intervista che riproponiamo, pensando che sia il modo migliore per onorare la sua memoria. 
Cavaliere Agliata, cosa significa, nel 2008, essere annoverati con il termine fascista?
“Significa – dice – essere contrari, sotto ogni profilo, alla bancarotta nazionale, determinata da cosche delinquenziali che hanno imperversato in tutti i governi del Paese che si sono succeduti negli ultimi trent’anni”.
Cosa risponde a chi asserisce che il famoso ventennio fascista fu il male assoluto?

“Che le basi di quel tanto di buono che ancora esiste in Italia, in particolare per quanto attiene l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, le normative a favore delle famiglie e dei figli, la stessa scuola modello Gentile che ha formato tantissime coscienze, sono state gettate a quell’epoca”.
Come giudica l’ultima mossa di Fini, di aver contribuito a far scomparire Alleanza nazionale e la sua storia, facendola confluire dentro il Popolo delle Libertà?

“Nel 1978 misi in guardia l’onorevole Giorgio Almirante, dicendogli che il Movimento sociale stava per essere occupato da demomissini, come Gianfranco Fini, proiettati verso i più beceri trasformismi, finalizzati unicamente alla conquista del potere”.
Agli inizi degli anni ottanta, quand’era sindaco Celestino Ferraro, lei è stato anche assessore al Comune di Calvizzano: da cosa scaturì questa sua scelta di stare insieme ai democristiani, vostri nemici storici?
“Infatti, a distanza di due anni, dopo aver preso atto che un certo modo di far politica non era finalizzato agli interessi del paese, determinai lo scioglimento del consiglio comunale. In quei due anni, durante i quali rivestii la carica di assessore ai Lavori Pubblici, nonostante i continui ostracismi, riuscii a far ripavimentare il corso principale, a gettare le basi per la nuova scuola media di via Aldo Moro e, grazie alle mie denunce e all’intervento della buonanima di Almirante, Calvizzano fu il primo Comune della Campania ad avere un campo containers per ospitare i terremotati dell’80; inoltre, voglio ricordare che, sempre in quegli anni, fu varato il primo piano regolatore generale ”
A distanza di venticinque anni, lei si è convinto a scendere nuovamente nell’agone elettorale: come mai questa scelta?
“Calvizzano, in tutti questi anni, ha subito uno scempio totale: è stato saccheggiato il territorio e non è stato fatto nulla per le nuove generazioni. C’è stata una parvenza di ripresa solo da quando governa Pirozzi, perciò intendo contribuire a completare questo discorso e andare oltre. Metto a disposizione la mia esperienza, con il fermo proposito di bloccare ogni tentativo di prevaricazione e per far sì che la politica possa essere nuovamente messa al servizio della collettività”.
Si è fatta un’idea della coalizione avversaria a quella di Pirozzi?
“Sugli avversari non intendo pronunciarmi, poiché ritengo che ognuno debba essere responsabile delle proprie azioni. Voglio sperare che, una volta insediatosi il nuovo consiglio comunale, ci sia un dialogo con l’altra parte politica, per costruire insieme qualcosa di buono per Calvizzano”.
Se sarà eletto, in che cosa si concretizzerà il suo impegno?
“Il mio impegno, in primis, sarà quello di portare sul territorio una sede decentrata dell’INPS, per far fronte ai disagi degli anziani, dei pensionati, dei giovani e dei disoccupati. Lavorerò sia perché la libertà e la sicurezza vengano garantite a tutti, anche a chi vive nei meandri più nascosti del paese, sia perché Calvizzano possa essere proiettato verso la ricerca di quel benessere che per troppi anni gli è stato negato”

Anche noi del blog vogliamo ricordare il cavaliere con una frase di saggezza di Marghy Ferrara: Posso anche inciampare scorticandomi le ginocchia, mi alzerò sgomitando tra la folla per riprendere i miei passi, stai pur certo che non mi ribasserò mai a strisciare ai piedi di qualcuno. La dignità è una dote che non si svende né si baratta, perché il suo prezzo, almeno per me, è e resta incommensurabile”.






Visualizzazioni della settimana