Un disastro finanziario costruito negli anni

La recente sentenza della Corte dei Conti ha aperto un squarcio sui mali endemici del nostro Comune

Il fantasma del dissesto finanziario sta divorando la vita amministrativa e sociale del nostro Comune. La cura è difficile: solo un miracolo potrebbe evitare il default. Tanti e gravi gli errori commessi in tutti questi anni. La colpa maggiore va sicuramente ascritta, principalmente, alla classe politica degli ultimi vent’anni che ha gestito in modo sciatto e disordinato il bilancio comunale. Ma grosse responsabilità, nell’ottica della separazione di legge tra indirizzo politico e gestione, va anche ascritta ai funzionari del Comune, che, invece di gestire con correttezza la finanza locale, si sono preoccupati di mantenere la poltrona  e,  tante volte, anche di fare politica; una classe dirigente quasi sempre impreparata che è stata complice degli sperperi: a tutto ciò va aggiunta anche la mancanza di risultati tangibili sul fronte dell’evasione. A Calvizzano, in particolar modo in determinati periodi della vita politico-amministrativa, si è speso a briglie sciolte, senza preoccuparsi di andare a recuperare le risorse occorrenti per onorare i debiti. Da qui nascono tutti i mali dei bilanci di previsione e dei conti consuntivi degli ultimi anni, in particolar modo di quelli del 2010 e del 2012, finiti sotto la lente della magistratura contabile, che ha rilevato però vizi storici e procedure consolidate nel tempo negli ultimi venti anni.

La Corte dei conti fa presente che già dall’analisi del consuntivo 2010 emerge una situazione di difficoltà, con ben sette fattori di criticità, tra cui il mancato rispetto di 4 parametri di deficitarietà strutturale, condizione che spesso rappresenta l’anticamera del dissesto. Inoltre, nella recente pronuncia, evidenzia che, nonostante siano stati stralciati il 19,45% di crediti di dubbia esigibilità ante 2011, continua a esserci una ingente massa di residui attivi (somme accertate e non riscosse) inerenti annualità remote, segno di una bassa capacità di riscossione dell’ente. Una carenza nell’esazione delle tasse (Ici, spazzatura, acqua, eccetera) che, secondo la Corte dei conti, comunque permane.  Inoltre, nonostante l’attuale amministrazione, in seguito ai rilievi mossi dai magistrati contabili, abbia adottato provvedimenti e misure programmatiche per migliorare la situazione economico-finanziaria, persistono irregolarità amministrativo-contabili che possono pregiudicare gli equilibri dell’ente. In parole povere se non cambia la musica è probabile che, prima o poi, il Comune possa incappare nelle maglie del dissesto finanziario.               

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