Come è triste Rudy

Da quando non c’è più il su padrone, il cagnolino è caduto nella tristezza più totale: spesse volte, durante la giornata, come ci ha riferito uno dei figli di Gennaro D’auria (l’uomo travolto da un’auto in via Peep e morto sul colpo) va avanti e indietro, come se gli mancasse qualcosa, poi si ferma e ulula come un ossesso
    Rudy portato a spasso dal figlio di Gennaro D'Auria
Gennaro D’Auria e il suo cagnolino erano inseparabili. Rudy non sa che si è salvato per miracolo, solo perché stava sul marciapiede al momento dell’impatto fatale, ma da qualche giorno si vede che soffre, perché ha perso l’interazione sociale con il suo compagno. Gennaro e Rudy erano indivisibili. Trascorrevano insieme gran parte della giornata. Il suo padrone lo portava a passeggio  perlomeno tre volte al giorno: quella di mercoledì 9 dicembre, però, è stata l’ultima uscita insieme. Verso le ore 16, in via Peep (altezza via Bachelet) Gennaro, forse perché vede il marciapiede che si restringe, decide di scendere e continuare a camminare sul ciglio della strada, ma a un certo punto giunge l’Opel Agila che lo travolge e lo ammazza. D’Auria a gennaio prossimo avrebbe compiuto 66 anni, era un muratore in pensione: dopo aver vissuto per diversi anni a Marano, aveva deciso di ritornare a Calvizzano, la  sua città natale. Lascia la moglie e 4 figli: uno lo aveva perso un paio di anni fa e per distrarsi dal dolore aveva acquistato Rudy.      
“Era una persona umile e gran lavoratore – afferma chi conosceva Gennaro -, ma soprattutto una persona educata e civile”. Infatti, era uno dei pochi che portava sempre appresso la paletta e il sacchetto igienico, per raccogliere gli escrementi del suo cane.  

 

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